Il tesoro leggero by Luca Richeldi

Il tesoro leggero by Luca Richeldi

autore:Luca Richeldi [Richeldi, Luca]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Solferino
pubblicato: 2021-03-14T23:00:00+00:00


A respirare s’impara

Ma che cos’è il diaframma? In realtà ci sembra di conoscerlo benissimo: sport, meditazione, canto, sono tante le discipline che ci parlano di lui. Tutti sappiamo quanto è importante «respirare con il diaframma». Quindi diamo un’occhiata più da vicino a come è fatto.

È il più importante muscolo respiratorio, a forma di cupola, ed è un muscolo misto, ovvero è sia volontario che involontario: nei mammiferi separa la cavità toracica da quella addominale. È composto di tre parti anatomicamente e fisiologicamente distinte. La parte sternale, due piccoli fasci nella faccia posteriore del processo xifoideo. La parte lombare, che aggancia il muscolo alla colonna vertebrale. La porzione costale, infine, direttamente responsabile della ventilazione. Durante l’espirazione, le porzioni laterali del diaframma sono in contatto con i lati della gabbia toracica, che poi si separano dalle costole durante l’inspirazione: questo movimento a pistone provoca l’espansione dei polmoni.

Le costole sono collegate da due strati di muscoli, detti appunto «muscoli intercostali»: lo strato esterno solleva la gabbia toracica nell’inspirazione, quello interno aiuta l’espirazione. I muscoli scaleni collegano le prime cinque vertebre alle prime due costole e durante l’inalazione sollevano letteralmente la gabbia toracica. I polmoni non si potrebbero espandere senza l’aiuto di questi muscoli, ed ecco un’altra struttura coinvolta in un’azione all’apparenza così semplice.

La cosiddetta respirazione diaframmatica fa sì che l’addome si gonfi e sgonfi ritmicamente: è detta anche «respirazione addominale». Tra gli altri benefici favorisce il flusso sanguigno, abbassa la frequenza cardiaca e la pressione del sangue, e c’è una abbondante letteratura sugli effetti positivi di questo tipo di respirazione, anche sul piano psicofisico. Non è un caso che il vincitore dei 100 metri alle Olimpiadi di Tokyo, l’italiano Marcell Jacobs, abbia dichiarato che il lavoro sulla respirazione è stato fondamentale per il suo successo. Gli esercizi di respirazione profonda sono spesso usati come una forma di rilassamento che, se praticata regolarmente, può portare al sollievo o alla prevenzione dei sintomi comunemente associati allo stress, come ipertensione, mal di testa, disturbi di stomaco, depressione, ansia. Chiunque faccia yoga lo sa: più ancora delle posizioni a volte assai complesse che il corpo deve assumere, conta il controllo della respirazione nei vari passaggi. Non dimentichiamo inoltre la funzione terapeutica: la ginnastica respiratoria che praticano i pazienti, per esempio quelli con enfisema polmonare, è proprio l’allenamento a una respirazione diaframmatica, un tipo di respiro volontario.

Pur se non possiamo smettere a lungo di respirare, sicuramente possiamo regolare il nostro respiro, scegliere profondità, ritmo e frequenza. Attenzione, però, anche questa è una libertà relativa. Per esempio, quando beviamo o mangiamo, i muscoli diaframmatici si rilassano automaticamente e in quel caso siamo costretti a usare due altri tipi di respirazione. Quella «alta», che coinvolge i muscoli superiori del torace, mediante l’innalzamento di clavicole e spalle e la contrazione dell’addome, che abbassa il diaframma. E la «media», che avviene mediante la parziale espansione toracica, soprattutto dell’area all’altezza dello sterno, con un leggero innalzamento delle costole e, di nuovo, la contrazione addominale.

I cantanti professionisti conoscono alla perfezione tutti questi movimenti, ma



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